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In breve
Difendere i pomodori dagli attacchi di mosca bianca è una delle priorità dei serricoltori. Il controllo di questi aleurodidi non è tuttavia semplice e necessita di un approccio integrato. Ecco dunque otto consigli per tenere la mosca bianca lontana dai pomodori.
Produrre pomodori in Italia sta diventando sempre più complicato a causa dell'ampio ventaglio di insetti, fisiopatologie e malattie che colpiscono questa coltura. Se attacchi fungini e batterici impensieriscono gli agricoltori, l'insetto che spaventa di più è la mosca bianca. Questi aleurodidi non sono temuti tanto per i danni che causano direttamente alla pianta durante la nutrizione, ma perché sono i vettori di TYLCV, ToCV-TICV e ToLCNDV, tre virus in grado di compromettere pesantemente le produzioni.
Il Virus dell'accartocciamento fogliare giallo del pomodoro (TYLCV) è presente in Italia dal 1988 e nelle colture da serra può portare alla perdita del 70-80% della produzione. Le piante infettate precocemente hanno una crescita stentata e non fruttificano. Mentre quelle che si infettano a frutti già formati non completano l'allegagione. Le bacche già in fase di maturazione presentano invece pezzature inferiori alla norma e colorazione pallida.
I Virus della clorosi virale del pomodoro (ToCV e TICV), anche quesi trasmessi dalla mosca bianca, sono comparsi in Italia a partire dal 2001-2002 e sono causa, come dice il nome, di un ingiallimento delle foglie a partire da quelle basali. Se la parte apicale della pianta rimane apparentemente sana, si è riscontra una minore vigoria, anche produttiva, e una senescenza precoce.
A impensierire gli agricoltori è oggi il Tomato Leaf Curl New Delhi Virus (ToLCNDV), un virus che attacca solanacee e cucurbitacee comparso nel 2012 in Spagna e oggi presente in Sud Italia soprattutto su zucchino, ma anche su pomodoro. Questa virosi provoca sulle foglie arricciamenti e ingiallimento a mosaico, mentre sui frutti macchie, deformazioni e talvolta spaccature. È particolarmente virulento e arreca danni consistenti alle produzioni.
I virus, si sa, non sono debellabili una volta che sono penetrati all'interno di un organismo. E dunque è di fondamentale importanza impedire il contagio. Per farlo bisogna agire su una molteplicità di fattori, concentrando gli sforzi nel controllo della mosca bianca, il vettore di questi virus.
Bemisia tabaci e Trialeurodes vaporariorum sono i due omotteri che vivono a spese delle piante di pomodoro. Conosciuti comunemente come mosche bianche, vivono sulla pagina inferiore delle foglie e si nutrono della linfa penetrando i tessuti con il loro apparato boccale.
Gli aleurodidi producono grandi quantità di melata che può essere causa di fumaggini e se l'infestazione non è controllata il loro numero può essere così elevato da indebolire sensibilmente la pianta.
La mosca bianca è di difficile controllo a causa dell'elevata polifagia, che permette all'insetto di vivere su molte piante, coltivate e selvatiche.
Inoltre è particolarmente prolifica e sviluppa con facilità resistenze metaboliche agli insetticidi.
Per limitare i danni diretti e indiretti è dunque necessario mettere in atto una strategia di lotta integrata. Di seguito ecco dunque otto consigli per combattere la mosca bianca del pomodoro in serra ed evitare la diffusione dei virus TYLCV, ToCV-TICV e ToLCNDV.
• Se possibile adottare una alternanza delle colture, in modo da ridurre le popolazioni di aleurodidi. L'alternanza colturale deve essere fatta con specie sulle quali la mosca bianca non può sopravvivere (quindi non solanaceae).
• Chiudere in maniera completa e stabile ogni accesso alla serra con reti a maglia fitta. Fare attenzione a non lasciare aperture quando si entra o si esce dalla struttura.
• Utilizzare trappole cromotropiche per il monitoraggio delle popolazioni e controllare attentamente le piante per individuare i primi segni di infestazione. Le foglie colpite presentano ingiallimenti fogliari, deperimenti e disseccamenti.
• Al primo segno di infestazione intervenire con l'utilizzo di insetticidi, alternando differenti meccanismi di azione, per prevenire l'insorgenza di resistenze. Prediligere prodotti ad alta selettività, in modo da preservare gli insetti utili. E agrofarmaci ad azione rapida, visto che i virus si trasmettono entro 20-25 minuti dal momento della puntura.
• Controllare le erbe infestanti in prossimità della serra quando queste possono fungere da riserva per questi insetti. Occorre dunque sfalciare le specie della famiglia delle solanacae.
• Distruggere le piante infettate dal virus. Le piante devono prima di tutto essere irrorate con insetticida, per evitare l'allontanamento della mosca bianca. Devono poi essere eradicate, allontanate dall'impianto e distrutte.
• Per scongiurare il diffondersi di virus la prima cosa da fare è utilizzare piantine certificate esenti da virus. In questo modo si evita di portare 'in casa' il problema. Occorre dunque rivolgersi a vivaisti che aderiscono alla certificazione fitosanitaria e autorizzati dal Servizio Fitosanitario Regionale.
• Infine si consiglia l'uso di varietà tolleranti, come quelle messe a punto da Seminis, che sono in grado di ridurre notevolmente i danni provocati da TYLCV.
L'utilizzo di insetticidi rimane il mezzo più sicuro ed efficace per debellare la mosca bianca. Tuttavia la capacità di riprodursi velocemente, di dare vita a popolazioni multi-stadio e di sviluppare resistenze agli insetticidi, suggeriscono all'agricoltore di adottare strategie diversificate nel loro utilizzo.
La ricerca Bayer Crop Science ha permesso di mettere a punto tre insetticidi utili per il controllo della mosca bianca. Sivanto Prime, Movento 48 SC e l'ultimo arrivato, Flipper. Tre prodotti, con diverso meccanismo di azione, che è bene utilizzare in maniera alternata per evitare l'insorgere di resistenze.
Una corretta strategia prevede di utilizzare in post-trapianto Sivanto Prime (da solo o in miscela con Flipper). Durante lo sviluppo vegetativo si può impiegare Movento 48 SC. Ad inizio fioritura e nella fase di raccolta è bene invece utilizzare Flipper, essendo un prodotto di origine biologica esente dal limite minimo di residui e selettivo nei confronti degli insetti pronubi. Se necessario si può utilizzare Movento 48 SC durante la maturazione dei frutti.
Sivanto Prime è un insetticida a base di Flupyradifurone, appartenente alla famiglia chimica dei Butenolidi. Questa molecola agisce per contatto e ingestione, controllando sia le forme giovanili che gli adulti di mosca bianca. L'insetticida, ad applicazione fogliare, è traslocato per via sistemica e ridistribuito su tutta la vegetazione offrendo una copertura completa.
Quando Sivanto Prime viene a contatto con la mosca bianca blocca in pochi minuti la sua capacità di nutrirsi evitando in questo modo danni diretti (sottrazione della linfa e deformazioni a carico di foglie e frutti) e indiretti (diffusione dei virus). Inoltre è estremamente selettivo e rispettoso degli insetti pronubi.
Movento 48 SC è un insetticida a base di Spirotetramat che agisce per ingestione principalmente sugli stadi giovanili degli aleurodidi, inibendo la sintesi dei lipidi e quindi impedendo la muta, mentre negli adulti riduce l'ovodeposizione.
Movento 48 SC ha una doppia sistemia che gli permette di essere traslocato sia attraverso il flusso xilematico che floematico e di raggiungere quindi tutte le parti della pianta, dai frutti ai germogli. Anche in questo caso ha una ottima selettività verso insetti utili e impollinatori.
La natura ha ispirato Flipper, un insetticida a base di acidi carbossilici insaturi. Molecole che sono presenti nella pianta dell'olivo e sono utili proprio nella difesa dagli insetti. Il prodotto, di origine naturale, agisce per contatto su tutti gli stadi di crescita dell’insetto garantendo la massima efficacia.
L'utilizzo di Flipper viene suggerito nelle fasi terminali della coltivazione, in quanto essendo esente dal limite minimo di residui non ha tempo di carenza e può quindi essere impiegato anche poche ore prima della raccolta. Come Sivanto Prime e Movento 48 SC anche Flipper è selettivo verso impollinatori e insetti utili.