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In breve
Prove condotte in cantina hanno dimostrato che Sonata non influisce sulle cinetiche di fermentazione e non altera in alcun modo le proprietà organolettiche del vino. Può dunque essere usato senza pensieri anche a ridosso della vendemmia
Sonata è il frutto di oltre vent'anni di studi nei laboratori Bayer. È nel 1998 infatti che è stato isolato da un campione proveniente dalla Micronesia il ceppo di Bacillus pumilus QST2808. Un batterio che in laboratorio e in campo ha dato prova di proteggere efficacemente le viti dall'oidio.
Una difesa che passa attraverso tre meccanismi:
1) Il ceppo QST2808 produce ammino-zuccheri che interferiscono con il metabolismo del fungo inibendo la formazione delle pareti cellulari, portandolo dunque alla morte.
2) Sonata stimola nella pianta la produzione di acido jasmonico che induce una resistenza sistemica all'attacco dei patogeni rafforzando le naturali difese della vite.
3) Le spore di B. pumilus impediscono la germinazione dell'oidio creando una barriera fisica tra la pianta e il patogeno.
Oltre all'efficacia contro l'oidio Sonata può vantare altre caratteristiche di valore per il viticoltore. Prima di tutto il fatto di non lasciare alcun tipo di residuo sull'uva. Una caratteristica molto apprezzata che permette di effettuare trattamenti a ridosso della vendemmia senza il timore di vedersi rifiutare il prodotto per il superamento dei limiti residuali.
Inoltre non è irritante e non genera cattivi odori, e quindi rispetta la salute degli operatori in vigneto. Essendo Sonata un prodotto di origine naturale è anche esente da tempi di rientro.
“Dalle prove condotte in campo Sonata ci è sembrato un prodotto positivo sotto tutti gli aspetti”, racconta Andrea Dominutti, tecnico dell'azienda Castello d'Albola, 120 ettari nella zona del Chianti Classico. “Essendo a base di un batterio Sonata ha un profilo tossicologico molto meno impattante rispetto ad altri prodotti, ideale sia per linee di difesa integrate che biologiche. Centrale è la sicurezza degli operatori. Il fatto che sia inodore e non irritante è uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato”.
“Rispetto alle uve trattate con lo zolfo, Sonata non altera l'attività dei lieviti, non influenza la cinetica fermentativa e non modifica la composizione chimica e aromatica dei vini”, spiega Barbara Scotti, marketing manager di Enartis, società che commercializza prodotti enologici.
Sonata è un agrofarmaco registrato anche in biologico che si impiega alla dose di 5 L/ha e fino ad un massimo di sei trattamenti all'anno.
In agricoltura biologica Sonata trova la sua naturale applicazione ad inizio stagione, quando lo zolfo risulta poco efficace a causa delle basse temperature. Risulta poi molto utile in piena estate, quando le temperature elevate rischiano di provocare effetti di fitotossicità dello zolfo sulle viti. Essendo un prodotto senza residui normati il suo impiego è inoltre consigliato fino a ridosso della vendemmia.
In produzione integrata Sonata può essere impiegato come alternativa ai classici agrofarmaci ad azione anti-oidica e può esprimere al meglio le sue caratteristiche ad inizio stagione e dall'invaiatura al momento della raccolta dei grappoli.