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Il controllo degli afidi del melo è complesso a causa della presenza di più specie con differente biologia e che attaccano in momenti diversi. Le specie più importanti sono:
Afide grigio (Dysaphis plantaginea)
È il più diffuso e generalmente il più dannoso poiché attacca precocemente, alla ripresa vegetativa, per poi compiere 3-4 generazioni fino a fine primavera; in seguito migra verso altre piante ospiti per poi tornare in autunno sul melo ove depone le uova svernanti. L’afide grigio provoca accartocciamenti fogliari e deformazioni dei frutti, oltre a produrre abbondante melata.
Afide verde (Aphis pomi)
Attacca il melo in una fase successiva a quella dell’afide grigio, dopo la fioritura. Su piante giovani può deprimere la crescita, mentre su piante adulte i danni sono dovuti principalmente all’abbondante melata che imbratta foglie e frutti.
Afide lanigero (Eriosoma lanigerum)
L’afide lanigero sverna come giovane neanide nelle screpolature del tronco o dei rami, più raramente sulle radici. In primavera gli attacchi sono ben visibili, poiché l’afide si protegge producendo un’abbondante lanugine di cera bianca. In caso di forti attacchi i danni sono sensibili e la pianta reagisce alle punture dell’afide sviluppando noduli e tumori su getti, rami, branche ed anche sulle radici.
È quindi determinante intervenire precocemente con aficidi sistemici, come Sivanto Prime, per ottenere il controllo completo dell’infestazione. La lotta deve iniziare in pre-fioritura per controllare gli attacchi precoci dell’afide grigio. Tuttavia il trattamento pre-fiorale generalmente non è sufficiente a proteggere il melo durante tutta la stagione ed è pertanto necessario eseguire uno o talvolta più interventi dopo la fioritura, ad esempio con Movento 48 SC e successivamente anche con il biologico Flipper.
Il Problema
La carpocapsa (Cydia pomonella) è un insetto molto temuto dai pericoltori. Sverna allo stadio di larva matura ed effettua 1-3 generazioni all’anno a seconda delle condizioni ambientali. Le uova della 1a generazione vengono deposte sulle foglie vicine ai frutticini, quelle delle generazioni successive direttamente sui frutti. Le larve della 1a generazione svolgono una breve fase di “vagabondaggio” prima di penetrare nei frutti. I danni a carico della vegetazione sono irrilevanti, mentre quelli sui frutti, ben noti, sono molto gravi. Da qualche anno si assiste anche allo spostamento della Cidia (Cidia molesta) dal pesco sulle pomacee, in prossimità della raccolta.